62-S. Leonardo libera un carcerato di Antonio Gherardi

La famiglia reatina degli Angelotti, nella persona del canonico Giuseppe, commissionò una tela per l’altare di famiglia, all’interno della chiesa del Suffragio, rappresentante San Leonardo che libera un carcerato. I due personaggi sono caratterizzati da una grande forza espressiva e da un luminismo tipicamente caravaggesco. Nell’opera, la luce assume un’assoluta importanza ed il pittore gioca attraverso sottili effetti creando contrasti chiaroscurali. Due sono le fonti luminose del dipinto: una soprannaturale, di salvezza, proveniente dall’alto a sinistra, concentrata sulle due figure centrali del Santo e del carcerato; l’altra proveniente dalla luna, oltre le grate. Radiose risultano le architetture tipicamente borrominiane. La composizione, incentrata sui due personaggi del Santo e del carcerato, mostra a terra i simboli del pane, dell’acqua e dei ceppi divelti dai piedi del detenuto. San Leonardo stringe il polso del carcerato e con estrema naturalezza gli indica la via d’uscita. L’umanità dei personaggi è sorprendente: da una parte la dolcezza del volto di San Leonardo, dipinto di profilo e completamente illuminato, dall’altra la malinconica certezza negli occhi del carcerato, abituati alla sofferenza, ma carichi della speranza della liberazione. L’artista reatino Antonio Tatoti, in arte Antonio Gherardi, pittore, architetto e decoratore, fu un valido ed originale interprete del gusto pittorico della seconda metà del Seicento.

Rieti, dalla chiesa di S. Maria del Suffragio

1698

Olio su tela

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