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Nell’atrio è esposta una lastra cosmatesca risalente all’XII-XIII secolo, probabilmente pertinente alla fase romanica della cattedrale di Rieti, il cui retro fu reimpiegato nel XVII secolo per la realizzazione dello stemma della Città di Rieti, in cui è visibile una fanciulla, Rea, che porge lo stendardo del potere con la croce ad un cavaliere. Si tratta della versione definitiva dello stemma reatino, consolidatasi nel XVII secolo in seguito ad una evoluzione dei vari elementi. Notevole è il rilievo in gesso del genio della morte, copia dall’originale del Thorvaldsen posto sulla tomba di Isabella Ricci Alfani nella chiesa di San Giovenale a Rieti.

Le opere

Lastra cosmatesca e stemma di Rieti

Questo pezzo è stato utilizzato in due momenti storici differenti. Una prima volta costituisce probabilmente una lastra di recinzione della cattedrale romanica, qualche secolo dopo fu utilizzata per rappresentare lo stemma della città di Rieti. Della fase primitiva la lastra ha perso tutte le tarsie marmoree conservando unicamente i profili dei cerchi e dei quadrati definiti da un nastro a doppio solco. Lo stemma della città rappresenta una giovane donna, secondo la tradizione popolare Rea, che consegna lo stendardo con la croce ad un cavaliere. Ai loro piedi una rete che rappresenta la legge esercitata dal magistrato (pesce fuori dalla rete) e rispettata dai cittadini (pesci nella rete).

XII-XIII sec. / 1634
Calcare

Il genio della morte

Il rilievo, copia da originale di Bertel Torvaldsen (1770-1844), raffigura un giovane alato, nudo e dormiente, con una fiaccola rovesciata, simbolo dello spegnimento della vita. Il calco fu fatto eseguire da Angelo Maria Ricci intorno al 1830, con l’intenzione di sostituire l’originale posto sulla tomba della moglie Isabella Ricci Alfani nella chiesa di San Giovenale a Rieti.

1828-1830
Gesso

Immagini delle opere